Il ruolo del Consiglio pastorale e la ricchezza di ministeri in diocesi

Una riunione del Consiglio pastorale.

 

Si è tenuta nella serata di mercoledì 20 marzo la riunione del Consiglio pastorale diocesano che il vescovo Marco aveva convocato con una lettera personale inviata il 1° marzo scorso e nella quale illustrava lo scopo dell’incontro: «Fare insieme una verifica del cammino fatto», essendo il Consiglio a metà del suo mandato, indicando, «luci ed ombre emerse dalla vostra esperienza personale, eventualmente confrontandovi anche con chi rappresentate in Consiglio pastorale diocesano». Il vescovo Marco chiudeva la lettera chiedendo anche di riflettere e portare un contributo sulla «scheda di lavoro tratta dalla relazione finale del Sinodo universale dell’ottobre scorso che ci aiuterà a confrontarci sul ruolo dei laici e i ministeri nella Chiesa», in modo da continuare il Cammino sinodale diocesano che nell’autunno ci vedrà impegnati nella fase profetica, quella che prevede scelte e indicazioni concrete per la comunità ecclesiale.

Sul ruolo del Consiglio pastorale diocesano si è ribadita l’importanza di un organismo che oltre a essere luogo di comunione e di condivisione della vita e delle attività della Chiesa locale in uno stile sinodale, possa anche essere realtà propositiva e stimolante per l’intera comunità, magari prendendo posizione su temi e situazioni di attualità che esigono un annuncio chiaro dei valori evangelici. In proposito la segreteria è disponibile a prendere in considerazione le eventuali proposte che verranno da tutte le realtà ecclesiali rappresentate nel Consiglio.

L’assemblea ha espresso apprezzamento sulla scheda di lavoro, tratta dalla relazione finale del Sinodo universale, che sintetizza i punti salienti del Cammino sinodale e offre la possibilità di dare seguito ai lavori anche a livello diocesano. Ed è proprio sul piano locale che è stata rilevata una particolare vivacità di iniziative: sono state citate le conferenze in atto per l’approfondimento dei temi sinodali, il corso biblico avviato in diocesi, la Visita pastorale del vescovo nelle vicarie e parrocchie attuata con lo stile sinodale, la valorizzazione di diversi ministeri già esistenti in diocesi con la buona pratica del mandato del vescovo, l’inclusione dei disabili come soggetti attivi di ministerialità. Si tratta di proseguire censendo e magari anche incoraggiando tutte le forme di ministerialità esistenti nella Chiesa locale, che esprimono la vitalità della diocesi nel suo essere “Chiesa missionaria”. E nella quale un riconoscimento più esplicito deve andare anche alle donne, che già sono soggetti attivi di carismi e ministeri.

Di seguito, l’estratto dal documento finale del Sinodo dei vescovi di ottobre 2023.