Omelia in occasione della S. Messa nel 29° Anniversario dell’Alluvione in Alba

04-11-2023

Carissimi fratelli e sorelle, carissime autorità civili e militari, carissime associazioni di volontariato,

ci ritroviamo insieme questa sera per ricordare un disastro ambientale avvenuto 29 anni fa che ha segnato profondamente la nostra Città e la nostra comunità.

Inoltre siamo qui per ricordare le vittime di quel tragico evento e stringerci ancora una volta attorno alle famiglie e rivolgere la nostra preghiera al Padre misericordioso perché accolga fra le sue braccia coloro che ci hanno lasciato.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta un Gesù alquanto severo nei confronti di coloro che hanno una responsabilità sulla comunità, rimproverandogli incoerenza e ipocrisia nei loro atteggiamenti e invitandoli a farsi servi del popolo a loro affidato: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo …”.

Verrebbe da chiederci chi sono “i grandi”?

Certamente sono coloro che hanno responsabilità politiche, sociali e religiose e dalle cui decisioni dipendono anche le scelte ambientali e di sostenibilità ecologica che evitino insieme alla prevenzione continui cataclismi, di cui sempre più siamo testimoni, compresi questi nostri giorni.

I disastri ambientali, come alluvioni e terremoti, le pandemie e le tante guerre rendono il nostro mondo insicuro e instabile, costringendo milioni di persone a fuggire e ad emigrare per paura e povertà estrema.

Non possiamo essere indifferenti a tutto questo e tanto meno abituarci ma dobbiamo reagire con coraggio e farci voce presso “i grandi” affinché assumano politiche sociali e internazionali per superare le crisi in corso, fra cui quella ambientale.

Papa Francesco con le sue due Esortazioni Apostoliche la “Laudato si” e la “Laudate Deum” ha voluto dare un forte contributo al dibattito internazionale sulla cura della casa comune per arrivare a delle scelte condivise, coraggiose e vitali per l’umanità intera.

Il Papa ha sottolineato che la terra è la nostra casa comune, un dono di Dio che dobbiamo custodire e proteggere per le generazioni future.

Lo sfruttamento e l’abuso delle risorse naturali hanno conseguenze negative sull’ambiente e sulla vita delle persone, specialmente dei più poveri e vulnerabili.

Necessita allora una conversione ecologica, cioè un cambiamento di mentalità e di stile di vita che ponga al centro il rispetto per la natura e per tutte le creature.

La cura dell’ambiente è strettamente legata alla cura delle persone, poiché siamo tutti interconnessi e dipendenti dagli ecosistemi che ci circondano.

Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e la logica del profitto non può prevalere sulla tutela dell’ambiente e sulla dignità umana.

Il cambiamento climatico comporta l’urgenza di adottare politiche e comportamenti che riducano le emissioni di gas serra e promuovano l’uso di energie rinnovabili, per un futuro sostenibile.

La parola del Vangelo così severa verso chi detiene responsabilità ci sproni ad assumere stili di vita consoni con la sostenibilità ambientale e soprattutto illumini la mente di chi deve scegliere per il bene dell’umanità affinché non si ripetano mai più tragedie ambientali come quella che ricordiamo questa sera di 29 anni fa e quelle che continuano ad esserci ogni giorno in Italia e in tante parti del mondo.

Facciamo in modo di poter esprimere alle generazioni future le stesse parole che San Paolo ha scritto alla comunità di Tessalonica:

“Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli”.

A Maria, Regina della Pace, presentiamo la fragilità di questo nostro mondo, affinché la sua intercessione presso il Figlio suo, Re dell’universo, ottenga la liberazione da ogni male e ci apra alla contemplazione di cieli e terra nuova.

Amen.