Omelia in occasione della S. Messa esequiale del can. Renato Gallo

12-07-2022

“Va e anche tu fa così”,

con questo invito di Gesù si conclude la pagina di vangelo che abbiamo appena ascoltato, e che ho scelto per questo momento di fede e di saluto al nostro caro confratello don Renato.

Sono passati pochi giorni e a causa della morte di un altro sacerdote del nostro presbiterio diocesano eccoci nuovamente radunati in molti: fedeli, sacerdoti e diaconi per pregare e testimoniare la nostra fede in Cristo Gesù risorto.

Don Renato Gallo è nato a Pezzolo Valle Uzzone il 03 dicembre 1940. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1966 con altri 7 confratelli dal mio predecessore Mons. Giovanni Dadone, vescovo di Fossano e allora Amministratore Apostolico della diocesi di Alba. Ha conseguito la licenza in Sociologia Religiosa presso l’università Gregoriana in Roma. Al suo rientro in diocesi fu nominato viceparroco nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano con l’incarico dell’animazione della pastorale giovanile.

 

Molto attento ai problemi sociali ed alle nuove iniziative pastorali che nella linea del Concilio chiedevano un rinnovamento anche sulla vita del clero. Nel 1973, con l’autorizzazione del Vescovo volle iniziare un’interessante esperienza di comunità sacerdotale nella parrocchia di San Bartolomeo in Castagnole Lanze. Qui per molti anni fino al 1996 fu parroco, seguendo anche dal 1994 la parrocchia di Coazzolo.

 

Fu parroco, pastore, animatore sui vari fronti della vita della comunità con proposte di catechesi, di liturgia, di carità che si ispiravano a progetti di rinnovamento già in atto in altre diocesi del Piemonte con un’attenzione particolare agli immigrati che arrivavano dalla Macedonia per i lavori nel mondo agricolo della zona e che trovarono nel suo oratorio accoglienza e sostegno concreto.

 

Il riferimento costante di ogni iniziativa era quello di creare una comunità viva con la presenza di laici preparati capaci di animare i vari settori della vita parrocchiale.

 

Nel 1996 ha lasciato Castagnole Lanze per diventare Parroco delle comunità del centro storico dei Santi Cosma e Damiano e San Giovanni in Alba. La città in questi anni era cambiata molto ed anche le parrocchie rischiavano di essere travolte da un sistema di vita frenetico, commerciale.

 

Don Renato si adoperò per tenere viva la vita di una comunità cristiana con una predicazione molto curata sia a livello biblico sia teologico con un’attenzione particolare al mondo della società in continua evoluzione. Fu attento al restauro della Canonica di San Giovanni per dare possibilità ad  accogliere confratelli sacerdoti ed avere spazi anche per persone in difficoltà.

 

In questi ultimi anni era cresciuto il suo impegno verso i poveri. È stato per molti di loro il BUON SAMARITANO descritto da Gesù nel Vangelo di Luca. Si prese veramente cura di loro. La sua canonica era il rifugio per tante persone. Non guardava se erano meritevoli di un sostegno o se erano solo mendicanti di turno. Lui apriva il cuore e le mani a tutti.

 

Per molto tempo si era preso cura dei suoi due fratelli ospitando poi Nando rimasto solo, con sé in casa canonica, assistendolo fino alla fine.

 

“Prendersi cura degli altri” pensando poco a se stesso è stato il programma della sua vita in ubbidienza a Gesù che al dottore della legge aveva detto: “ Va… e fa altrettanto..”

 

Lasciando la Parrocchia, nel settembre 2021, si era ritirato presso la Casa di Ospitalità del nostro Seminario vivendo assieme ad altri confratelli.

In questi ultimi mesi a causa, dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, era stato trasferito presso “La Residenza” di Rodello accudito dal personale e dai confratelli sacerdoti che sempre gli sono stati vicini. Ha trascorso gli ultimi giorni di vita presso l’ospedale Pietro e Michele Ferrero di Verduno. Un infarto ha colpito il suo cuore affaticato all’ora del Vespro di domenica 10 luglio.

 

Essendo lui Parroco ad Alba mi capitava che quando volevo incontrarlo lo trovavo o a S. Damiano in chiesa, mentre pregava, o a S. Giovanni nel suo ufficio che leggeva e studiava.

Vorrei con tutti voi dire grazie al Signore per il dono di questo sacerdote alla nostra Chiesa, la sua vita semplice ma ricca di relazioni ci lascia in eredità alcuni tratti della vita del presbitero, che sono di grande attualità: per don Renato il presbitero deve essere un uomo di preghiera, attento allo studio e alla formazione personale e capace di ascolto e di accoglienza di tutti nel segno della carità evangelica.

L’ultima volta che lo incontrai di persona fu all’ospedale Cottolengo di Torino dopo un intervento chirurgico. Fu un bell’incontro in cui abbiamo pregato insieme e mi stupì, nonostante le fatiche dovute alla sofferenza, il suo interesse per la vita della Chiesa e della Diocesi in questo tempo storico così difficile.

Grazie don Renato per il dono della tua vita consumata per gli altri, grazie per il tuo esempio di Buon Pastore verso le comunità che ti sono state assegnate, grazie per la tua attenzione ai poveri e ai disperati.

Ciò che tu hai seminato là dove sei passato sicuramente porterà frutti duraturi per la venuta del Regno di Dio e l’annuncio del Vangelo.

Ed ora al cospetto della misericordia divina sarai accolto nell’eternità come “servo buono e fedele” dove parteciperai per sempre alla divina liturgia celeste con la Beata Vergine Maria e tutti i Santi e Beati nostri patroni. Amen.