I giovani che studiano nel Seminario interdiocesano di Fossano, con i loro formatori.
Giubileo: l’occasione per una rinnovata risposta alla propria vocazione e per sperare in un’umanità migliore
La nostra identità non è mai compiuta, finita, essa è sempre nell’atto di farsi e di riceversi. Il chi siamo è continuamente rimesso in gioco dagli eventi e dagli incontri che accadono nella nostra vita. In questo senso siamo continuamente vocati, ovvero chiamati ad aperture di possibilità. Pertanto, il tema della vocazione accompagna tutta la nostra esistenza e non riguarda solo qualcuno. Chi siamo dunque si iscrive ricevendosi nei contesti che abitiamo, che viviamo, facendo i conti con la realtà e la sua drammaticità. Tra le numerose possibilità che si aprono e dischiudono nella nostra vita vi è anche il Vangelo e la sua accoglienza nella fede. In esso si rivela la chiamata che Dio rivolge all’umanità, il suo sogno: che ciascun uomo e ciascuna donna possa, attraverso il dono dello Spirito Santo, amare come Gesù Cristo ha amato.
Non a caso, nella costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II, è stata messa in evidenza l’universale chiamata alla santità. Tutti i battezzati, indipendentemente dal loro stato di vita, sono chiamati a vivere in comunione con Dio e a camminare sulla strada della santità. Una strada che, come l’esperienza personale di ciascuno di noi mostra bene, è fatta di alti e bassi, in cui non è garantita la progressione e in cui non è detto che la tappa successiva sia necessariamente migliore di quella precedente. Su questa strada si inserisce la possibilità di vivere il Giubileo e di conseguire l’indulgenza plenaria.
Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, con un linguaggio per addetti ai lavori, afferma che «le indulgenze sono la remissione davanti a Dio della pena temporale meritata per i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che il fedele, a determinate condizioni, acquista, per se stesso o per i defunti, mediante il ministero della Chiesa, la quale, come dispensatrice della redenzione, distribuisce il tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi». Pertanto, anche dopo che la colpa dei peccati è stata perdonata mediante l’assoluzione, resta da rimettere la “pena temporale”. Sentendo un’espressione del genere uno potrebbe pensare ad un castigo che Dio ha inflitto al peccatore per punirlo dal male commesso. In realtà, come afferma Papa Francesco in Misericordiae vultus n. 22, la pena temporale è «l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri». “L’impronta negativa”, cioè il disordine, le contraddizioni, il dissesto che i comportamenti peccaminosi lascino in noi: cattive abitudini, debolezza della volontà, disordine degli affetti, inclinazione a ricadere nel peccato, ecc. Evidentemente, anche dopo che il peccatore pentito ha ricevuto il perdono di Dio, “l’impronta negativa” rimane e, per quanto possibile, va “riparata” grazie ad un cammino di conversione. La nostra libertà storica, la nostra identità, rimane ferita dal male e necessita di guarigione. L’indulgenza è così uno dei modi attraverso cui la Chiesa si fa carico della nostra debolezza per sostenerla. Come affermava un noto teologo del Novecento, Karl Rahner, «l’indulgenza non sostituisce il difficile lavorio dell’amore […]; essa è piuttosto l’aiuto della Chiesa volto a favorire l’opera sempre difficile dell’amore».
Concludendo, il Giubileo ci offre la possibilità di sperare per noi, e per quelli che ci vivono accanto, in una umanità migliore, attraverso una rinnovata risposta alla propria vocazione e alla chiamata universale alla santità. Possa ciascuno di noi cogliere questa preziosa occasione.
Don Federico Boetti – Referente per la Diocesi di Mondovì
Il sostegno della preghiera e della carità
Come di consueto all’inizio dell’anno nuovo le comunità parrocchiali delle quattro diocesi della provincia di Cuneo condividono la domenica del Seminario. Giornata dedicata alla preghiera per le vocazioni alla vita sacerdotale e per accompagnare i giovani che presso il Seminario Interdiocesano di Fossano svolgono il proprio cammino di formazione. Oltre a mettere al centro la preghiera per le vocazioni e per il discernimento personale dei seminaristi, la domenica del seminario nasce per favorire la consapevolezza di come la formazione dei seminaristi ci riguardi tutti. Non occorre andare troppo indietro nel tempo per ricordare quando in ogni nostra diocesi vi era un seminario: ad Alba, a Cuneo, a Fossano, a Mondovì e a Saluzzo, infatti, c’era il Seminario vescovile. Questa vicinanza e la presenza per tanti decenni dei seminari minori aveva favorito la nascita di un forte legame tra le comunità parrocchiali e il Seminario della propria diocesi. Con la nascita del Seminario Interdiocesano questo prezioso rapporto di prossimità e di premurosa corresponsabilità si è dovuto rimodulare. Non sono mancati, in questi anni, tanti gesti di premurosa carità in favore del Seminario interdiocesano di Fossano. Di certo c’è bisogno di ribadire che la formazione dei seminaristi sia questione di tutti, anche se il seminario è leggermente più lontano dalle nostre singole diocesi. Per questo motivo la giornata del Seminario, pur essendo principalmente orientata alla preghiera, ha un suo risvolto pratico nella raccolta dei fondi necessari ad assicurare un luogo decoroso e le necessarie coperture per garantire un percorso di formazione sereno e accessibile a tutti. Nella misura in cui ci sentiremo corresponsabili del nostro Seminario Interdiocesano, riusciremo parimenti a sostenerlo nelle sue incombenze e necessità: nella preghiera e nell’operosa carità. Anche il poco che le singole comunità raccoglieranno per sostenere il Seminario Interdiocesano sarà fondamentale per sostenere il tutto delle sue attività.
Don Dario Ruà – referente per la Diocesi di Saluzzo
Preghiera dei fedeli – Giornata del Seminario 2025
Monizione iniziale
Celebriamo oggi nelle quattro diocesi della provincia di Cuneo la Giornata del Seminario.
Il Seminario è il luogo in cui si sono formati i preti e dove oggi si preparano i preti di domani. Le nostre diocesi da oltre vent’anni hanno costituito un unico Seminario Interdiocesano, con sede a Fossano, che oggi ospita 6 seminaristi; da quest’anno seguono i corsi di teologia alla Facoltà Teologica di Torino. A Torino ha sede la comunità propedeutica dove insieme ad altri giovani del Piemonte ci sono 3 giovani della nostra provincia che stanno vivendo l’anno di discernimento.
Siamo invitati a pregare per chi è già in cammino. Preghiamo per i nostri ragazzi, affinché non escludano a priori la possibilità di diventare presbiteri.
Preghiera dei fedeli
1. Per le nostre comunità diocesane: perché siano grate per il dono dei sacerdoti e sappiano pregare e coltivare la speranza di nuove vocazioni. Preghiamo.
2. Per i seminaristi del Seminario Interdiocesano: perché, confortati dalla Tua presenza, sappiano crescere nella tua amicizia e perseverare nel cammino che hanno intrapreso. Preghiamo
3. Per i giovani: perché, guardando alla necessità della Chiesa, non abbiano paura di dedicare la propria vita al servizio del Vangelo e dei fratelli nel ministero ordinato. Preghiamo
4. Per noi qui riuniti: perché, ascoltando la tua parola e nutrendoci del Pane della Vita, sappiamo manifestare sempre più nella nostra vita la gioia e la bellezza del Vangelo. Preghiamo