Il Giubileo della vicaria di Cortemilia nella cattedrale di Alba

I pellegrini della vicaria di Cortemilia nel duomo di Alba.

«Carissimi fedeli e amici della vicaria di Cortemilia, oggi vi siete fatti pellegrini, anzi pellegrini di speranza. Siete venuti in pellegrinaggio qui presso la Cattedrale, la Chiesa madre, siete una porzione del popolo santo di Dio che vuole vivere quest’anno speciale, quest’anno santo, un anno segnato veramente dalla Speranza che non delude, così come ha voluto definirlo Papa Francesco quando lo ha indetto. Ci siamo ritrovati alla porta della Cattedrale, abbiamo pregato, siamo entrati come pellegrini. Noi sappiamo che la porta è Cristo stesso: Io sono la porta”. Questo Anno Santo deve farci incontrare Gesù nella nostra vita. Questa è la cosa principale, fondamentale».

Con queste parole il vescovo Marco ha accolto i pellegrini della vicaria di Cortemilia che oggi hanno fatto il loro pellegrinaggio giubilare nella cattedrale di Alba.

La celebrazione prevede l’ingresso attraverso la Porta santa giubilare, la sosta al fonte battesimale, la professione di fede e l’aspersione in ricordo del battesimo. È seguita la liturgia della Parola, con le letture bibliche della domenica e l’omelia del vescovo. A conclusion la venerazione della Croce del Giubileo.

Rifacendosi al brano evangelico delle nozze di Cana, il vescovo ha sottolineato l’intervento di Maria che «come una buona madre non si arrende e dice ai servi: Fate quello che lui vi dirà». E continua: «Gesù ha cambiato quell’acqua in vino. Gesù è colui che può cambiare la nostra vita. Gesù è colui che può riempire le nostre mancanze. Vivere il Giubileo significa scoprire questo». Di qui l’invito a coltivare la pazienza, come il contadino che semina il seme: «Io vi invito a coltivare la pazienza, ma per alimentare la vostra speranza. Sono convinto che il Signore cambierà la vostra vita, come ha cambiato l’acqua in vino e vi darà quella gioia eterna senza fine che tutti noi attendiamo».

Di seguito il testo completo dell’omelia

Pellegrinaggio giubilare omelia Brunetti