Don Mondino: Di fronte alle guerre in corso, di fronte alle divisioni e alle tensioni in cui ci troviamo immersi in famiglia, al lavoro, nella nostra vita sociale ed ecclesiale, perché non provare la strada di don Giuseppe e di don Mario?
Sono passati 81 anni dalla strage di Boves, il primo eccidio nazista in Italia dopo l’armistizio, il Comune con l’Associazione don Bernardi e don Ghibuado (i due sacerdoti martiri), la parrocchia San Bartolomeo e l’Anpi organizzano varie manifestazioni. Dalla messa alle 20,30 del 19 settembre a cui seguirà la veglia con l’apertura per tutta la notte della chiesa a memoria di ciò che accadde 81 anni fa al giorno seguente, sabato 21 dove saranno a Boves i ragazzi di Mauguio nell’ambito della seconda edizione del concorso dedicato a Christian Claverie.
E ancora domenica 22 settembre Lorenzo Vian, sarà a Boves per ricordare l’ottantesimo anniversario dell’uccisione dello zio Ignazio Vian, comandante partigiano. La cui figura è ricordata da Giuseppe pellegrino nelle pagine del giornale La Guida di Cuneo, qui di seguito:


La riflessione di don Bruno Mondino, parroco di Boves e uno dei promotori della causa di beatificazione dei due martiri, don Bernardi e don Ghibaudo su come vivere la veglia nel nome del perdono e della riconciliazione seguendo l’esempio dei due sacerdoti in questo tempo pervaso dalle guerre e dalle incomprensioni:
“In occasione della memoria liturgica dei beati Giuseppe Bernardi e Mario Ghibaudo, in particolare nella veglia della notte tra il 19 e il 20 settembre, vogliamo focalizzare la nostra attenzione sul fatto che i due preti, ora beati, nel dramma dell’eccidio hanno portato amore e perdono attraverso i gesti della benedizione e dell’assoluzione sacramentale.
E’ questa una testimonianza che può essere significativa nei nostri giorni segnati da guerre che hanno come unica finalità il seminare morte e distruzione e dalle quali non si trovano via di uscita. Parimenti può essere significativa nelle nostre relazioni che sembrano farsi sempre più faticose, più fragili.
Don Giuseppe e don Mario hanno vissuto il pomeriggio del 19 settembre proprio in mezzo all’epicentro dell’eccidio, per loro libera scelta e quindi come missione, come luogo in cui avevano qualcosa da dire e da compiere. In una situazione estrema come quella di un eccidio in corso non sono venuti meno alla loro missione di cristiani e di pastori: portare amore e perdono.
Si sono ‘preparati’ a questa missione ricorrendo anch’essi all’amore e al perdono di Dio confessandosi in quello stesso giorno. Erano sotto una cappa di violenza inaudita facilmente accusabile e deprecabile: hanno invece guardato al loro cuore, bisognoso anch’esso della misericordia di Dio.
Come non riconoscere in questo gesto la stessa coscienza di Frère Christian, martire a Tiberine (Algeria) testimoniata da questo passo del suo testamento? ‘La mia vira non ha valore più di un’altra. non ne ha neanche di meno. In ogni caso non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimè, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca. Venuto il momento, vorrei poter avere quell’attimo di lucidità, che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nello stesso tempo di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito’. La misericordia di Dio accolta diventa sorgente di misericordia per la gente che sta vivendo il dramma dell’eccidio.
Di fronte alle guerre in corso, di fronte alle divisioni e alle tensioni in cui ci troviamo immersi in famiglia, al lavoro, nella nostra vita sociale ed ecclesiale, perché non provare la strada di don Giuseppe e di don Mario?
A loro quel tragico giorno non è mancata la luce per la strada da percorrere: di questa luce abbiamo bisogno pure noi.
Per questo abbiamo pensato in occasione della veglia del 19 settembre (dalle 22 alle 7.30) di offrire la possibilità di vivere il sacramento della riconciliazione, come strumento che la Chiesa ci dona per essere portatori nel nostro mondo della pace e del perdono di Dio.
Pe tutta la notte ci saranno sacerdoti a disposizione di chi lo desidera.
Agd notizie (articolo pubblicato su La guida)