Con la sapienza del cuore sapremo comunicare in modo pienamente umano

Nella solennità dell’Ascensione, la Chiesa celebra la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, giunta alla sua 58ª edizione. Per l’occasione il Papa invita  riflettere con un messaggio, che quest’anno riguarda il tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.

Il vescovo Marco, come da tradizione, ha celebrato la Messa nel tempio San Paolo di Alba, da dove è iniziata l’avventura della Famiglia paolina, grazie al carisma e alle intuizioni del beato don Giacomo Alberione, sacerdote albese che intuì più di un secolo fa l’importanza degli strumenti di comunicazione sociale nell’annuncio del Vangelo. Ed è all’esperienza di questo figlio della Chiesa albese che il vescovo Marco si aggancia per invitare, riprendendo le parole del Papa, a recuperare la sapienza del cuore, perché solo così «possiamo leggere e interpretare la novità del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana».

Di seguito il testo completo dell’omelia:

Omelia del vescovo Marco in occasione della Giornata mondiale per le comunicazioni sociali

Solennità dell’Ascensione del Signore – domenica 12 maggio 2024 – tempio di San Paolo

«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore verrà». Alleluia.

È questa l’antifona liturgica che oggi risuona in tutte le celebrazioni in questa domenica in cui celebriamo l’Ascensione di Gesù risorto, in tutto il mondo.

Assistiamo a un passaggio di consegne, Gesù morto e risorto, dopo essere apparso ai suoi più volte e in diversi modi, ora ritorna al Padre, sale là da dove era venuto, incarnandosi nella vergine Maria. Non si tratta di un distacco o peggio ancora di un abbandono da parte del Figlio di Dio, ma il compimento di una missione o meglio della volontà di Dio Padre.

Gesù è venuto per la nostra salvezza, facendosi obbediente alla volontà del Padre, ora tornando in cielo non ci lascia orfani ma invia lo Spirito come aveva promesso: «…riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra», abbiamo letto nel libro degli Atti degli Apostoli. Pertanto, Gesù viene a dirci che oggi è il nostro tempo, e il tempo della Chiesa, assistita dallo Spirito Santo, non possiamo rimanere a guardare il cielo ma dobbiamo farci annunciatori del Vangelo e far risuonare in noi il comando di Gesù che abbiamo proclamato nel Vangelo: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato».

Ognuno di noi, in quanto battezzato deve sentirsi responsabile di questa missione. Come possiamo trasmettere la fede? Con quali mezzi possiamo comunicare al mondo, alla gente dei nostri giorni la «buona notizia» del Vangelo? In questa nostra società frastornata da mille notizie che ci giungono in tempo reale con ogni mezzo di comunicazione sociale, come può emergere la Parola di Gesù? Eppure la Chiesa è maestra di comunicazione, il Vangelo è giunto fino a noi proprio perché è stato trasmesso in mille modi in questi duemila anni, e ha saputo cogliere tutte le moderne possibilità che la storia, attraverso il progresso scientifico, ci ha messo a disposizione.

L’aveva capito molto bene il nostro caro beato Giacomo Alberione, che ispirandosi a san Paolo, l’apostolo delle genti, ha fatto della comunicazione del Vangelo il carisma della sua grande e diversificata famiglia religiosa. Non a caso abbiamo scelto il tempio San Paolo di Alba, dove l’Alberione mosse i primi passi della sua missione nel campo dell’annuncio del Vangelo, per celebrare la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che quest’anno ha un titolo suggestivo: “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione
pienamente umana”.

Abbiamo di fronte a noi un nuovo modo di comunicare che sembra voler competere con l’umano che ci pone domande sul piano etico che lo stesso papa Francesco ha posto nel suo messaggio in occasione della presente giornata: «Cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?» (dal messaggio del Papa). Sono domande a cui dovremo dare delle risposte a partire dalla ricchezza della rivelazione che sempre ha aiutato la Chiesa ad affrontare il nuovo, senza lasciarci spaventare e tanto meno respingendo il nuovo che avanza. Nel suo messaggio il Papa ci chiede di partire dal cuore umano: «Solo dotandoci di uno sguardo spirituale, solo recuperando una sapienza del cuore, possiamo leggere e interpretare la novità del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana. … ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo» (dal messaggio del Papa).

Abbiamo davanti a noi delle sfide non facili che non debbono scoraggiarci, o farci sentire fuori gioco, certi che lo Spirito Santo ci aiuterà nel discernimento a «non smarrire la nostra umanità, ricercando la Sapienza che è prima di ogni cosa e ci aiuterà anche ad allineare i sistemi dell’intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana» (dal messaggio del Papa). Non ci resta che partire, come gli Apostoli, e predicare dappertutto con ogni mezzo rispettoso dell’umano, parlando e scrivendo di tutto in modo cristiano, come soleva dire il beato Alberione. Amen.

† Marco, vescovo