La Chiesa albese si converte alla sostenibilità ambientale

Anche la Chiesa locale può fare molto in tema di sostenibilità ambientale. A partire dalla 49ª Settimana sociale di Taranto, alla luce della dottrina sociale della Chiesa universale e dell’enciclica di papa Francesco Laudato si’, la diocesi di Alba ha deciso di avviare una serie di buone pratiche che coinvolgono parrocchie e comunità in un processo di conversione alla sostenibilità.

A questo scopo, è stato realizzato un documento intitolato Ripartire da Taranto. Orientamenti e indicazioni diocesane di conversione alla sostenibilità. Non solo, ma è stata avviata la Comunità energetica rinnovabile e solidale Rodello (Cers) a livello diocesano. La loro presentazione ufficiale è stata nel pomeriggio di lunedì 8 maggio, alle 17.30, nel palazzo di Banca d’Alba (via Cavour 4, Alba).

I relatori seduti nella prima fila nella sede di Banca d’Alba.

All’incontro hanno preso parte Michael Isnardi (Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro), che ha illustrato il documento Ripartire da Taranto; don Valerio Pennasso, della fondazione Santi Lorenzo e Teobaldo, ha spiegato in cosa consiste la Cers Rodello; a commentare le due iniziative Roberto Cavallo, della cooperativa Erica, mentre Ezio Raviola (Crc) e Tino Cornaglia (Banca d’Alba) hanno illustrato il loro sostegno alle pratiche di sostenibilità sul territorio. Monsignor Marco Brunetti, vescovo di Alba, ha tirato le conclusioni.

Di seguito diamo l’intero testo del documento RIPARTIRE DA TARANTO e un articolo sulla Cers di Rodello:

La lettera del vescovo Marco invita tutta la comunità a convertirsi alle buone pratiche

Carissimi fratelli e sorelle, sacerdoti, diaconi e religiosi/e, la transizione sostenibile delle azioni che l’uomo compie su questa Terra è una delle sfide più urgenti del nostro tempo, di cui s’è occupata la 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani (Taranto, 21-24 ottobre 2021), che aveva per tema “Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso”.

Alla luce della dottrina sociale della Chiesa e dell’enciclica Laudato si’, la Settimana sociale di Taranto ha accolto l’invito di papa Francesco per una maggiore dedizione e impegno alla “cura della casa comune” e alla “conversione ecologica”, per stabilire una sana relazione col creato, sul modello di san Francesco d’Assisi.

A partire da questa premessa ho pensato di affidare all’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, che ha attivamente partecipato alla Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto, di stilare alcune linee guida che potessero aiutare la diocesi e con essa tutte le realtà che la compongono e la animano, a partire dalle famiglie, ad attuare poco per volta una conversione autenticamente sostenibile, in tutte le sue propaggini, con tutte le scelte che ne derivano, sul territorio diocesano.

Si tratta di coinvolgere le comunità ecclesiali nell’attuare quelle “buone pratiche” e quei “processi virtuosi” che mirino alla “ecologia integrale” di cui parla papa Francesco, attraverso una conversione comunitaria e un cambiamento di stili di vita, basati su sobrietà, solidarietà e inclusione.

Foto di gruppo con i relatori.

L’Ufficio ha quindi preparato una bozza di documento che è stato presentato in due sedute del Consiglio presbiterale, la prima il 5 aprile e la seconda il 18 ottobre del 2022 e a una seduta del Consiglio pastorale diocesano il 30 novembre 2022.

I due Consigli di partecipazione ecclesiale si sono confrontati a lungo e hanno entrambi condiviso gli orientamenti e le indicazioni riportati in questa lettera e che ora intendo approvare e offrire per la loro realizzazione a tutte le nostre comunità ecclesiali.

Per il credente, la sostenibilità tiene insieme «la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore», scrive papa Francesco (LS n. 10).

Inoltre, rimanda a quattro livelli su cui si costruisce l’equilibrio ecologico per la Chiesa: quello interiore con sé stessi per sanare l’inquinamento del cuore, «quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio» (LS n. 210).

Nell’Instrumentum laboris in preparazione della 49ª Settimana sociale, era stato sottolineato: nella concezione biblica dire “creazione” è più che dire natura, ha a che vedere con un dono di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato.

In questa prospettiva, la Bibbia apre una via di salvezza: «La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la Creazione può essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtà illuminata dall’amore che ci convoca a una comunione universale» (LS 76). La sensibilità cristiana sul rapporto con l’ambiente si basa sulla teologia della Creazione e dell’Incarnazione che assume e onora “il corpo” del mondo fatto di carne.

L’intervento di Michael isnardi.

La transizione ecologica è una sfida che ci chiede di incarnare i valori della dottrina sociale nella concretezza delle res novae e dei problemi dell’oggi, rifacendo in questo lo stesso percorso già realizzato dalle comunità credenti che ci hanno preceduto nei confronti delle sfide dei loro tempi. È così che per vincere le sfide delle nuove povertà ed emarginazioni ai tempi della nascita della rivoluzione industriale sono nate, spesso nelle sacrestie delle parrocchie, le casse rurali e artigiane, poi divenute banche di credito cooperativo, le leghe operaie e contadine, che hanno poi dato vita ai sindacati, le cooperative di consumo e produzione che hanno dato allo sviluppo economico nel nostro Paese – grazie allo sforzo di credenti e non credenti di buona volontà – un volto umano, solidale e sostenibile.

Da quell’operosità e da quelle reti e istituzioni civili è nata un’economia dal volto umano che ha diffuso i benefici dello sviluppo economico ed evitato disgregazioni e conflitti devastanti sviluppatisi purtroppo in molti altri Paesi dove la stessa opera di mediazione non è stata elaborata.

È per questo che oggi, nel solco della stessa fonte di ispirazione e degli stessi principi, proponiamo la nascita di un rinnovato percorso di partecipazione e di cittadinanza attiva che si sviluppa parallelamente ai temi del consumo e del risparmio responsabili.

La lettera enciclica di papa Francesco, Laudato si’, ha un sottotitolo molto significativo: “sulla cura della casa comune” e contiene un «invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo con cui stiamo costruendo il futuro del Pianeta».

L’intero documento è un pressante invito all’azione concreta a diversi livelli. Vi è il richiamo alla necessità di conversione ecologica, ricordando il «modello di san Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col Creato». Non un’azione solitaria; «la conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria».

«L’umanità ha oggi bisogno di modelli di vita basati su solidarietà e inclusione. Dobbiamo riportare la persona e le comunità al centro, chiamandole alla condivisione di obiettivi e linee-guida per la coprogettazione e attuazione di processi generativi di decarbonizzazione e cambiamento negli stili di vita». L’appello della Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto sollecita un lungo pellegrinaggio verso l’ecologia integrale che le nostre comunità possono e debbono avviare e non si limita a parlare di sostenibilità ambientale o efficientamento energetico. Ci vengono indicati quattro sentieri di conversione e generatività futura per le comunità ecclesiali:

Comunità energetiche, che identificano gruppi di singoli cittadini, enti locali, aziende e cooperative di piccole dimensioni che, associandosi e diventando comproprietari di impianti di energia rinnovabile “di vicinato” producono energia per autoconsumo.

Finanza responsabile, scegliendo su quali asset operare non solo in base ai possibili profitti, ma anche considerandone il possibile impatto sociale, prediligendo prodotti che favoriscano la coesione sociale attraverso il finanziamento di progetti e di imprese che presentano un valore aggiunto per l’uomo, la cultura e l’ambiente.

Consumo responsabile, che tenga conto dell’impatto dei propri comportamenti quotidiani sul benessere collettivo e sull’ambiente, per poi imparare a modificare il proprio stile di vita, usando in modo efficiente le risorse limitate a disposizione.

Proposte dell’Alleanza, a partire da investimenti per sostenere il sistema produttivo, l’occupazione, l’istruzione e per arginare povertà e disuguaglianze, in linea con l’Agenda 2030 proposta dalle Nazioni Unite e il Green deal europeo.

Dalla grande esperienza di Chiesa vissuta a Taranto dobbiamo passare alla concretezza – nella realtà quotidiana – dei temi di sostenibilità ambientale, economica e sociale che sono emersi. Se è vero che come Chiesa dobbiamo essere luminosi esempi per la società di queste attenzioni, non possiamo esimerci dall’essere protagonisti nel cambiamento che la società e i nostri comportamenti devono avere a partire dall’oggi, qui e ora.

Pertanto, per dare un seguito concreto alle indicazioni della Settimana sociale su sostenibilità ambientale, economica e sociale, e sui problemi del lavoro, della salute, dell’ambiente e del futuro del Pianeta, la diocesi di Alba ha deciso di offrire orientamenti e indicazioni per una conversione alla sostenibilità, con l’impegno di tutte le parrocchie e di tutte le realtà diocesane (enti, associazioni, famiglie…) ad attivarsi sulle dieci proposte affinché le facciano proprie.

Le dieci linee guida per la diocesi

Gli orientamenti e le indicazioni qui proposte rappresentano delle linee guida che debbono aiutare tutte le realtà della nostra diocesi, a partire dalle famiglie, ad assumere stili di vita compatibili con la conversione ecologica che porti a un’ecologia integrale e a una sostenibilità di tutte le nostre attività. Si tratta di aprire un processo che comporta un cammino che ha come meta il raggiungimento degli obiettivi prefissati e indicati dalla presente lettera.

Siamo pure consapevoli che non si parte da zero, ma che in questi anni si sono già fatti molti passi in avanti assumendo stili di vita personali e scelte comunitarie che già vanno nella direzione tracciata dal presente testo.

Raccolta differenziata. In ogni realtà ecclesiale attiviamo una raccolta differenziata in tutti i locali e nell’ambito delle nostre iniziative, raccordandoci con le indicazioni fornite dai rispettivi Comuni.

Energia elettrica da fonti rinnovabili. Convertiamo, appena possibile e valutando caso per caso, i contratti di gas ed energia elettrica dei nostri locali, delle nostre chiese, delle nostre canoniche su offerte che provengano da fonti rinnovabili o con certificati verdi.

Tracciabilità di tutte le spese. La cultura della legalità passi attraverso la tracciabilità di tutte le spese, con ricevute e fatture fiscali, sempre secondo la normativa civile.

Regolari contratti di lavoro. L’attenzione alla persona deve manifestarsi col pagamento dei lavoratori direttamente assunti dalle nostre realtà con regolari contratti di lavoro o forme previste dalla normativa e che ne garantiscano sempre la dignità.

Acqua, un bene prezioso da custodire. Incentiviamo la dotazione di colonnine per l’acqua, boccioni erogatori, bottiglie di vetro oppure riforniamoci dalle casette pubbliche. Più parrocchie o oratori potrebbero mettere a disposizione questi dispositivi effettuando acquisti comuni di colonnine.

Acquisto di alimenti equo solidali-bio-km0. Al fine di perseguire la lotta allo sfruttamento, alla ricerca della giustizia sociale ed economica, prediligiamo l’acquisto di alimenti e beni provenienti dal commercio equo e solidale, che garantiscono al produttore un prezzo più giusto, assicurando anche la tutela del territorio. Al fine di preservare l’ambiente e la biodiversità, scegliamo il più possibile alimenti provenienti da agricoltura biologica e a kmo, per limitare il nostro impatto sul Pianeta.

Corretto utilizzo dei terreni e dei beni di cui siamo proprietari. Verifichiamo l’utilizzo dei terreni e dei beni di cui siamo proprietari, per evitarne lo sfruttamento. Si promuova il loro utilizzo in modo che siano a disposizione di chi più ne ha bisogno, di chi ne fa un uso più responsabile, tenendo conto delle necessità degli enti ecclesiastici proprietari. Nell’affidamento a terzi, prediligiamo il sostegno a progetti solidali, non considerando esclusivamente la redditività economica, ma anche la generatività sociale e la cura pastorale. Teniamo una mappatura aggiornata di tutti i beni di proprietà degli enti ecclesiastici della nostra diocesi.

Finanza e gestione etica dei nostri risparmi. Promuoviamo una finanza e una gestione etica dei nostri risparmi: i nostri conti correnti, i nostri investimenti e i nostri fondi pensione siano attenti alle tematiche Esg (Environmental, social and governance), per scelte di responsabilità ambientale, sociale ed etica. Le nostre polizze assicurative vengano stipulate con società eticamente responsabili.

Trasparenza e pubblicazione dei bilanci. La trasparenza delle nostre scelte economiche e delle nostre gestioni avvenga attraverso la pubblicazione dei bilanci della diocesi, di ogni parrocchia, ente ecclesiastico, attraverso Gazzetta d’Alba, i bollettini parrocchiali o altri mezzi di comunicazione, una volta l’anno e in occasione di tutte le raccolte fondi. Promuoviamo maggiormente la formazione e la responsabilizzazione dei Consigli per gli affari economici di tutti gli enti ecclesiastici.

Erogazione di contributi. La diocesi, in occasione dell’erogazione di contributi (diretti o indiretti), guidi gli enti a recepire il più possibile gli orientamenti e le indicazioni qui proposti.

Conclusioni

Come vescovo e pastore della nostra Chiesa diocesana, dopo aver consultato i Consigli di partecipazione diocesani: episcopale, presbiterale e pastorale con fiducia e speranza affido ai parroci e agli operatori pastorali delle nostre parrocchie e unità pastorali il compito di educare e sensibilizzare i giovani, gli adulti e le famiglie su queste tematiche facendo conoscere loro i documenti del Magistero della Chiesa relativi alla dottrina sociale, in particolar modo gli ultimi due scritti di papa Francesco: la Laudato si’ e la Fratelli tutti.

Chiedo a tutte le comunità di valorizzare la Giornata per la custodia del Creato che si celebra ogni anno nel mese di settembre, come occasione di preghiera, catechesi e sensibilizzazione per tutta la Chiesa. Invito altresì tutte le nostre realtà a promuovere i gruppi Laudato si’, con lo scopo di testimoniare e realizzare iniziative legate all’ecologia e alla sostenibilità nella nostra città e nei nostri paesi. Ritengo che questa scelta di conversione alla sostenibilità compiuta dalla nostra diocesi possa considerarsi anche uno dei frutti del Cammino sinodale in corso, in quanto in alcuni contributi dei gruppi sinodali si auspicava una scelta chiara e decisa rispetto a questo ambito della cura dell’ambiente, della trasparenza, della legalità e della sostenibilità.

Condivido, al termine di questa lettera, la preghiera che papa Francesco ha proposto alla fine della sua lettera Laudato si’, che invito a leggere e a diffondere.

Preghiera di Francesco per la nostra Terra

Dio Onnipotente, che sei presente in tutto l’universo
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza.

Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.

O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi.

Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e
non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.

Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.

Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo
profondamente uniti con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.

Grazie perché sei con noi tutti i giorni.

Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.

Alba, il 1° maggio 2023, S. Giuseppe lavoratore
+Marco, vescovo

Costituita a Rodello la prima Comunità energetica ed è anche solidale

Costituita il 28 marzo, per ora la Comunità energetica di Rodello conta ventotto soci: oltre a privati cittadini, ci sono la diocesi, la fondazione Santi Lorenzo e Teobaldo, alcune parrocchie e il Comune. Le richieste di adesione non si fermano: lo assicura don Valerio Pennasso, parroco del centro alle porte di Alba e presidente della Santi Lorenzo e Teobaldo, ente che gestisce le strutture sanitarie della diocesi. Due tra le principali, la Residenza di Rodello e la Pineta di Cerretto, fanno parte del neonato sodalizio per l’energia. Il parroco è stato scelto dal- l’assemblea dei soci come presidente della Comunità energetica. Insieme a lui, nel Consiglio direttivo siedono Ernesto Colla, Marco Didier, Silvia Trinchero e Franco Aledda, sindaco di Rodello.

Don Valerio Pennasso, parroco di Rodello e presidente della Cers.

Spiega don Pennasso: «Siamo arrivati alla firma dopo alcuni mesi di riunioni e incontri, durante i quali abbiamo spiegato il progetto alla popolazione. Oltre a essere stati tra i primi in Italia, abbiamo una particolarità che ci rende unici: il nostro nome è Cers, ossia Comunità energetica rinnovabile e solidale. Rispetto ad altre realtà più marcatamente imprenditoriali, avremo una maggiore attenzione per il sociale. Come farlo lo deciderà l’assemblea dei soci, sulla base dei ricavi: tra le proposte possibili ci sono aiuti per pagare bollette agli indigenti, finanziamento di piccoli servizi alla comunità, come assistenza per qualche ora ad anziani, e rimborsi per attività di volontariato».

Chi aderisce alla Cers lo può fare come produttore di energia, attraverso l’installazione di pannelli solari, o come semplice consumatore. Oltre alla ricerca dell’autonomia energetica e alla riduzione dei costi in bolletta, il sodalizio mira a un obiettivo altissimo, «la salvaguardia del Creato. Abbiamo gettato le basi per radunare un gruppo di persone consapevoli dell’importanza di fare comunità».

L’avvio della Comunità energetica è stato possibile grazie a un contributo della fondazione Crc. A seguire la parte tecnica è la ditta Sofein di Pinerolo, con l’ingegner Giordano Suardi. La potenza da installare, per ora è di 400 Kwp su Rodello e 100 Kwp a Cerretto. Si è conclusa da poco la progettazione di ogni impianto e il direttivo della Cers sta valutando le proposte di diverse ditte. «Entrando tutti insieme sul mercato, possiamo spuntare offerte più vantaggiose per l’acquisto dei pannelli solari. Qualcuno ha già richiesto l’installazione di una colonnina per la ricarica di veicoli elettrici: poco alla volta, sarà saggio che ognuno organizzi nuovamente i propri consumi, abbandonando i combustibili fossili. In ambito domestico lo si può fare, per esempio, installando pompe di calore per il riscaldamento e piastre a induzione per la cucina».

Le idee e le azioni corrono spesso più veloci della politica: «Siamo in attesa delle delibere relative all’accesso ai fondi Pnrr e la definizione di alcuni dettagli indicati nella norma che istituisce le comunità energetiche, ma il Ministero sta producendo nulla. Calcoliamo comunque che gli impianti possano entrare in funzione per la fine dell’estate». Chi volesse restare informato sull’andamento della Cers può seguire la pagina Instagram cers_rodello, mentre per richiedere informazioni è possibile scrivere a cers.rodello@gmail.com.

 Davide Barile

Ripartire da Taranto – testo completo