Il Vescovo apre l’Anno della famiglia e accoglie un aspirante al diaconato

ALBA «In questo giorno così solenne la nostra diocesi vuole dare inizio all’Anno della Famiglia – Amoris laetitia, voluto da papa Francesco e che avrà il suo compimento il prossimo giugno 2022 con la celebrazione della Giornata mondiale della Famiglia. Inoltre, vogliamo ringraziare il Signore per l’aspirante diacono permanente Fulvio che con il consenso della sua sposa oggi chiede di essere ammesso ufficialmente verso il diaconato». Così nell’omelia della celebrazione in cattedrale nel pomeriggio della solennità dell’Ascensione, si è espresso il vescovo di Alba, Marco Brunetti, il quale ha sottolineato l’importanza dei due sacramenti: «Se è vero che Dio opera per mezzo di tutti è anche vero che opera in modo particolare per mezzo di due sacramenti chiamati con ragione “del servizio”: l’Ordine e il Matrimonio».

Il vescovo apre l’Anno della famiglia e accoglie un aspirante al diaconato 1

Rivolgendosi al candidato al diaconato permanente Fulvio Dalpozzo e alle 60 coppie della diocesi che hanno ricevuto il mandato, monsignor Brunetti ha detto: «A tutti è rivolta l’esortazione che Paolo fa nella seconda lettura: Comportatevi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto (Ef 4,1)». E alle coppie ha specificato: «Questo cammino, che oggi iniziate insieme ad altre coppie di sposi, dell’Equipe dell’Ufficio di pastorale familiare, non vuole essere un impegno in più ma un tempo per voi, per la vostra coppia. Scoprendo sempre di più e godendo della identità e della presenza di Cristo sposo nella vostra vita sarete automaticamente, e spesso inconsapevolmente, Vangelo vivo in mezzo agli uomini e alle donne che incontrerete!».
Nel presbiterio è stata posta l’icona della Santa Famiglia, con Gesù Giuseppe e Maria e, sullo sfondo, la cattedrale di Alba. Opera di un pittore brasiliano Sergio Ceron, che rimarrà a ricordo dell’anno della famiglia nella nostra Chiesa locale.

Diamo di seguito il testo integrale dell’omelia del vescovo.

Il vescovo apre l’Anno della famiglia e accoglie un aspirante al diaconato

SOLENNITÀ DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE
APERTURA DIOCESANA ANNO FAMIGLIA-AMORIS LAETITIA

OMELIA DEL VESCOVO MARCO
Cattedrale di San Lorenzo
ALBA –  Domenica, 16 maggio 2021

Cari fratelli e sorelle,
cari sacerdoti e cari diaconi,
ma soprattutto carissime famiglie,

oggi la Chiesa celebra la solennità dell’Ascensione di Cristo al cielo, mistero della fede che il Libro degli Atti degli Apostoli colloca quaranta giorni dopo la Risurrezione (Cfr At 1,3-11), ed è per questo motivo che in alcune Nazioni del mondo è già stata celebrata giovedì scorso.

Sappiamo che dopo l’Ascensione i primi discepoli restarono riuniti nel Cenacolo intorno alla Madre di Gesù, in attesa del dono dello Spirito Santo, promesso dal Risorto (Cfr. At 1,14).

In questa domenica di maggio, mese mariano, anche noi possiamo rivivere questa esperienza, sentendo più intensamente la presenza spirituale di Maria.

In questo giorno così solenne la nostra diocesi vuole dare inizio all’Anno della Famiglia – Amoris laetitia, voluto da papa Francesco e che avrà il suo compimento il prossimo giugno 2022 con la celebrazione della Giornata Mondiale della Famiglia.

Inoltre vogliamo ringraziare il Signore per l’aspirante diacono permanente Fulvio che con il consenso della sua sposa oggi chiede di essere ammesso ufficialmente verso il diaconato.

Il libro degli Atti ci ricorda che, al momento dell’ascensione “uomini in bianche vesti” richiamarono gli apostoli intenti a fissare attoniti il cielo (Cfr. At 1,11).  Non avevano tempo da perdere! Li attendeva una missione: essere testimoni di Gesù Risorto “fino ai confini della terra”! (Cfr. At 1,8) Questa missione però non l’avrebbero vissuta da soli. Il vangelo stesso ci ricorda come Gesù continuava ad agire insieme con loro, confermando la parola e i segni che l’accompagnavano (Cfr. Mc 16,20).

Con l’ascensione dunque Gesù non si è allontanato dagli apostoli, così come non lascia sola la comunità dei discepoli di ogni tempo, ma rimane con noi (Cfr. Mt28,20), seppure in maniera diversa. È così che anche noi possiamo ascoltare, vedere e toccare il Signore Gesù nella Chiesa, specialmente mediante la parola e i sacramenti. Ma non solo! Quegli angeli dissero agli apostoli: “Questo Gesù verrà allo stesso modo con cui l’avete visto andare in cielo” (At 1,11). Gesù sale in cielo “incarnato”, portando con sé la “carne”, la nostra umanità redenta. Ecco allora che costantemente si rende presente nella “carne”, nell’umanità del fratello e della sorella, in modo particolare – lo sappiamo – il Signore vuole essere cercato e amato nella carne del povero, del malato, dell’escluso.

Nella seconda lettura san Paolo specifica ulteriormente questa presenza di Dio nella nostra vita: essendo diventati mediante il Battesimo un solo Corpo, come tanti tralci innestati alla vite che è Cristo (Cfr. Gv 15,1-9), siamo vivificati continuamente da un solo Spirito, che dimora in ognuno di noi, e da un “solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,6).

Ma se è vero che Dio opera per mezzo di tutti è anche vero che opera in modo particolare per mezzo di due sacramenti chiamati con ragione “del servizio”: l’Ordine e il Matrimonio. “L’uno e l’altro specificano la comune e fondamentale vocazione battesimale e hanno una diretta finalità di costruzione e di dilatazione del popolo di Dio. Proprio per questo vengono chiamati anche sacramenti sociali”[1].

“Se questi due sacramenti – come ogni altro sacramento – contribuiscono alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio”[2].

Il sacramento dell’Ordine è conferito ad una singola persona perché, segno di Cristo buon Pastore, guidi il gregge all’incontro con Lui. Il sacramento del Matrimonio invece è dato ad una coppia, perché quella relazione, diventi segno di Cristo Sposo che ama la Chiesa-Sposa e serva la comunità in una continua costruzione di legami.

Ambedue attualizzano in due modi essenzialmente diversi lo stesso realizzarsi della alleanza di Dio con l’umanità e di Cristo con la Chiesa. Ambedue sono chiamati con ministerialità diverse ad edificare e costruire il popolo di Dio. Cristo ha voluto due sacramenti per “costruire” la Chiesa e nessuno dei due sacramenti può pensare di costruire “Chiesa” da solo.

Questa realtà della fede cristiana illumina il nostro essere qui oggi. Illumina la vostra vocazione, cari sposi, perché anche dietro la vostra vita di coppia c’è una chiamata che viene dall’alto, da Dio!

Illumina la tua vita, caro Fulvio, che oltre a vivere la vocazione del matrimonio, oggi, con il rito dell’Ammissione agli ordini sacri, cominci a camminare più speditamente verso il diaconato permanente.

A tutti allora è rivolta l’esortazione che Paolo fa nella seconda lettura: “Comportatevi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto” (Ef 4,1). Si! Vale anche per voi sposi! Perché come Dio chiama alcuni ad essere profeti, altri ad essere pastori o maestri, così’ chiama anche alcuni ad essere sposi in Cristo per edificare la sua Chiesa (Cfr. Ef 4,11-12) e “a ciascuno di voi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo” (Ef 4,7).

Mai come oggi la Chiesa ha bisogno di voi sposi!
Forse possiamo azzardare noi una risposta alla domanda che gli apostoli pongono a Gesù nel libro degli Atti: Si! È questo il tempo!
È questo il tempo in cui gli sposi cristiani, comprendendo la bellezza, la profondità e la grandezza della loro vocazione, diventeranno presenza di Cristo in mezzo ai fratelli. E ciò non vi spaventi! Non vi verrà chiesto nulla di straordinario o nulla al di sopra delle vostre forze!

Questo cammino, che oggi iniziate insieme ad altre coppie di sposi, dell’Equipe dell’Ufficio di Pastorale Familiare, non vuole essere un impegno in più ma un tempo per voi, per la vostra coppia.  Scoprendo sempre di più e godendo della identità e della presenza di Cristo Sposo nella vostra vita sarete automaticamente, e spesso inconsapevolmente, Vangelo vivo in mezzo agli uomini e alle donne che incontrerete!

Abbiamo posto nel presbiterio la bella icona della Santa Famiglia, Gesù, Maria e Giuseppe, a cui vogliamo guardare come modello per tutte le nostre famiglie, e sotto la loro protezione vogliamo affidare il cammino diocesano che iniziamo questa sera con tutti voi cari sposi e affidare anche tutte le famiglie della nostra diocesi e delle nostre comunità, soprattutto quelle più in difficoltà.

Ogni famiglia trovi nella Santa Famiglia di Nazareth forza e speranza per testimoniare con gioia il Vangelo là dove il Signore ci ha posti a vivere. Amen.

[1] CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio, 32
[2] Catechismo della Chiesa Cattolica,1534.