Nosiglia: una catena di preghiere per superare la pandemia

<<La pandemia cattura in questo tempo tutta la nostra attenzione, come è normale che sia.  Di fronte a questo gravissimo problema abbiamo bisogno di non spaventarci; abbiamo bisogno di riflettere; abbiamo bisogno, come credenti, di riportare i fatti e i nostri sentimenti  in quello «spazio di verità» che è la preghiera>, a sottolinearlo è l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia. Una preghiera che può diventare una catena infinita. L’appuntamento è ogni sabato, da adesso fino a Natale, alle 17.30 o prima della messa prefestiva. <Nelle chiese come nelle case ci si potrà «ritrovare»,  – invita Nosiglia – sempre nel massimo rispetto delle norme di sicurezza, per recitare insieme il rosario. Saremo in sintonia, anche, con tutti quei luoghi e quelle persone che nella preghiera sono immersi, nei monasteri come nelle comunità di vita contemplativa>. A questa preghiera si aggiungerà una speciale intenzione nella preghiera dei fedeli e al termine della Messa con la preghiera «Dio Onnipotente ed eterno…». Nosiglia spiega che si tratta di chiedere al Signore  per intercessione della Madonna e di tutti i santi nostri protettori <l’aiuto decisivo per affrontare il contagio e le sue conseguenze,  che ci appaiono così devastanti non solo per chi è ammalato,  ma per tutti i contesti vitali che nella pandemia vengono coinvolti>.

L’Arcivescovo ricorda la solitudine degli ammalati negli ospedali e nelle case di riposo, gli anziani che vivono da soli, a quelle famiglie che si ritrovano isolate. Precisa anche: <Ma non siamo solamente in cerca di una «grazia», perché <l’impegno della preghiera è un richiamo forte alla carità concreta,  alla solidarietà con chi è più colpito>.  Guarda ai giovani e chiede a loro in particolare che siano presenti in questi momenti e che trovino le forme più adatte per mettersi a servizio di chi ha più bisogno.

<La preghiera, anche nel contesto della pandemia, è sempre occasione per una «lezione di vita». Nello stesso tempo – conclude – voglio richiamare tutti a quei gesti concreti di solidarietà che già nella primavera scorsa ci hanno mostrato una società fondata sulla vicinanza, sull’ascolto, sulla prossimità>.