Il significato della celebrazione di giovedì 28: la messa crismale con benedizione degli oli

Era stata sospesa nella Settimana santa e rinviata, la Messa del Crisma, quella che il vescovo presiede in cattedrale il mattino del Giovedì santo. In quell’Eucaristia, come testimoniato già dal VII secolo, il vescovo benedice i tre oli utilizzati per i sacramenti: il Crisma per i Battesimi, le Cresime e le Ordinazioni sacerdotali ed episcopali; l’olio dei catecumeni usato nei Battesimi; e l’olio per l’Unzione degli infermi.

Benedizione degli oli. È propria del vescovo, «manifestazione della pienezza del sacerdozio». Il rito mette in luce la Chiesa come sacramento di salvezza, che raggiunge e santifica ogni realtà. In effetti l’olio del Crisma, reso «segno sacramentale della benedizione del Padre», arriva poi in ogni singolo Battesimo, in ogni comunità parrocchiale. Così è per l’olio dei catecumeni, «segno della forza del Cristo», per quanti si preparano ad assumere gli impegni battesimali; e l’olio degli infermi, «conforto nel corpo, nell’anima e nello spirito», per coloro che sono nella malattia. Nell’unzione col Crisma ogni battezzato è «reso più somigliante al Cristo», e diventa «partecipe della sua missione profetica, sacerdotale e regale».

Rinnovo delle promesse sacerdotali. Alla Messa del Crisma partecipano i presbiteri della diocesi, per concelebrare con il vescovo, come suoi cooperatori e consiglieri nel ministero, e i diaconi: una concelebrazione che esprime l’unità e la partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo (Po 7). Durante la celebrazione il vescovo invita i presbiteri a rinnovare, davanti ai fedeli, le promesse che avevano fatto alla loro ordinazione: «Accetto per amore verso il Cristo e per il servizio alla Chiesa». Rinnovare quelle promesse significherà ringraziare il Signore, che li ha chiamati a seguirlo perché condividano la sua missione: parlare instancabilmente di lui, celebrare ogni giorno la sua salvezza, vivere insieme ai fratelli nella quotidianità della storia. Proprio perché si sentono ancora «scelti e costituiti dal Signore», nella Messa crismale questi presbiteri rinnovano le loro promesse.

Consegna degli oli. Una volta che i sacerdoti hanno consegnato nuovamente la loro vita nelle mani del Signore, il vescovo mette nelle loro mani gli oli appena benedetti, per portarli nelle parrocchie, ungere, benedire, santificare le persone, distribuire la forza di Cristo in momenti importanti della vita: come la nascita alla fede nel Battesimo, come la decisione di lasciarsi trasformare dallo Spirito di Cristo nella Cresima o per il momento della sofferenza, della prova nella malattia o al tramonto della vita. «Fatevi carico della gente!», sembra dire quella consegna. Tornate ai fratelli, santificate la vita delle comunità, celebrate la presenza del Signore, lenite i corpi e gli animi, leggete negli occhi degli uomini l’inespresso desiderio di Dio. «I sacerdoti non sono distributori di olio in bottiglia, sono unti per ungere a loro volta la carne ferita di Cristo» (papa Francesco).

La celebrazione della Messa crismale presieduta dal vescovo Marco Brunetti è giovedì 28, alle ore 10.30, con la diretta streaming dal duomo.

don Francesco Mollo