Nosiglia: “Bene gli studi scientifici sulla Sindone, purché neutrali”

TORINO <Nessuno può negare l’evidenza del fatto che contemplare la Sindone è come leggere le pagine di Vangelo che ci raccontano la passione e morte in croce del Figlio di Dio. Quindi la Sindone, che pure non è oggetto di fede, aiuta però la fede stessa perché apre il cuore di chi l’avvicina e la contempla a rendersi consapevole di ciò che è stata la passione di Gesù in croce e quindi di quell’amore più grande che lui ci ha dimostrato subendo terribili violenze fisiche e morali per la salvezza del mondo intero. Questa è sempre stata ed è tutt’oggi la ragione per

cui milioni e milioni di fedeli in tutto il mondo venerano, pregano e contemplano la Sindone e ne traggono speranza per la loro vita di ogni giorno>. Lo evidenzia in una nota, mons. Cesare Nosiglia, custode pontificio della Sindone. L’Arcivescovo interviene in merito alle recenti notizie stampa che hanno ripreso il contenuto di un articolo pubblicato sul Journal of forensic sciences  in cui si fa riferimento agli esperimenti condotti dai professori  Borini e Garlaschelli. I due sostengono che una parte delle macchie di sangue sulla  Sindone è falsa.

<Nel corso dei secoli, e con maggiore frequenza negli ultimi anni, – ricorda Nosiglia – ci sono stati molti tentativi di affrontare l’autenticità della Sindone. Hanno avuto il loro momento di pubblicità con titoli e articoli di giornali che davano per valida la loro ricerca e le loro conclusioni ma in molti casi si sono dimostrati scientificamente inattendibili>. Il Custode sottolinea ancora nella nota che <gli studi e le ricerche – se condotte con criteri di scientificità e senza ipotesi pregiudiziali – stimolano a un confronto sereno e costruttivo, a conferma di quanto affermava San Giovanni Paolo II: “La Sindone è una costante provocazione per la scienza e l’intelligenza”>.  Ma il dibattito che scienziati e studiosi  promuovono, anche con eventuali contestazioni, è comunque, sottolinea Nosiglia <un dibattito che riguarda gli studiosi e scienziati che vogliono cimentarsi in questa impresa. Credo tuttavia che vada ribadito un principio fondamentale che deve guidare chi desidera affrontare con metodo rigorosamente scientifico questioni complesse come questa: è il principio della neutralità, perché se si parte da un preconcetto e si orienta la ricerca per dimostrarlo, facilmente si giungerà a confermarlo… In questo caso non sono più i fatti che contano, ma le idee precostituite vanificando così quella neutralità propria della scienza rispetto alle convinzioni personali.

Sul dibattito interviene anche il professore Paolo di Lazzaro, vicedirettore del centro internazionale di sindonologia di Torino, rammentando che gli esperimenti tornati alla ribalta (erano del 2014) con l’integrazione di nuovi elementi <pur contenendo vari elementi di interesse, credo che  le modalità con cui tali sperimentazioni sono state condotte avrebbero bisogno di integrazioni e specifiche attenzioni, per essere considerate scientificamente valide e autorevoli.

Le misure delle colature di sangue in laboratorio sono effettuate usando un volontario in buone condizioni di salute sulla cui pelle pulita si è versato sangue fluido contenente un anticoagulante. Queste condizioni a contorno sono molto diverse da quelle presenti sulla

Sindone: non tengono infatti conto della presenza sulla pelle dell’uomo della Sindone di terriccio, sporcizia, sudore, ematomi da flagellazione e nemmeno della accentuata viscosità del sangue dovuta alla forte disidratazione. Non è possibile pensare di riprodurre condizioni realistiche delle colature di sangue sul corpo di un crocifisso senza considerare tutti questi fattori che vanno a influenzare in modo importante il percorso delle colature di sangue>.

c.g.