A Roma si svolgerà il terzo tavolo ministeriale: si attendono risposte sui possibili acquirenti. A Santa Vittoria, la Diocesi ha organizzato un incontro per analizzare la situazione
Oggi, mercoledì 9 aprile, sarà una data spartiacque nella delicata vicenda della chiusura dello stabilimento Diageo di Cinzano: per la terza volta negli ultimi mesi, enti territoriali e sindacati saranno a Roma per incontrare l’azienda in un tavolo ministeriale. Questa volta lo scenario non sarà il Ministero del lavoro, ma il Ministero delle imprese e del made in Italy. Un dettaglio importante, perché dimostra l’obiettivo di questa vertenza: se la chiusura del polo produttivo entro giugno 2026 è una decisione irrevocabile per la multinazionale britannica, il territorio è deciso a salvaguardare i 340 posti di lavoro e la ricchezza sociale-culturale di un luogo storico, attorno al quale è stata costruita la piccola comunità roerina.

Monsignor Marco Brunetti.
- Don Francesco Mollo, parrico di Cinzano.
- Don Piero Racca – Ufficio diocesano per la cultura,
- Luca Robaldo, presidente della Provincia di Cuneo.
- Antonio Bastardi – Fai Cisl.
- Loredana Sasia – Flai Cgil.
- Alberto Battaglino – Uila UIL.
- Stefania Bergia – Fondazione industriali Cuneo.
L’incontro
Se ne è parlato nella serata di lunedì 7 aprile, nella palestra comunale di Cinzano. “Riconvertire la ex Cinzano? Le persone al centro” è stato il titolo della tavola rotonda organizzata dall’Ufficio diocesano per la cultura, insieme al Comune e alla parrocchia. Una promessa che il vescovo, Marco Brunetti, aveva fatto lo scorso dicembre quando aveva ricevuto in piazza Monsignor Grassi i sindacalisti e una delegazione di lavoratori: per mantenere alta l’attenzione sul tema e fare sentire la voce del territorio, è stato pensato a un momento di confronto e di analisi con esperti del campo industriale della realtà di Diageo.
Come ha ricordato la sindaca Adriana Dellavalle, “per noi questa vicenda è una ferita profonda, perché questo stabilimento fa parte della nostra identità”. Si parla di mantenimento dei livelli produttivi, da parte di chi sarà l’acquirente (se le trattative andranno in porto), ma anche di riconversione di un sito prezioso che porta con sé tutto un indotto.
Il vescovo Marco Brunetti ha detto: “Siamo qui per cercare delle strade, con il contributo della Chiesa, di fronte a una decisione che va contro ogni principio di giustizia sociale. Il lavoro è dignità ed è un diritto. Continueremo a mantenere alta l’attenzione sul tema”.
La mobilitazione del territorio e l’idea del comitato
Preziosi i contributi tecnici di Enrico Lavagnino (che ha avuto ruoli apicali in Diageo per oltre 30 anni, fino a una decina di anni fa) e dei consulenti Carlo Bonato e Riccardo Samiolo. Ha detto Lavagnino: “Questo stabilimento ha già affrontato due crisi in passato. Ho sentito l’azienda parlare di impianti obsoleti, ma non dimentichiamoci che è stato premiato come il miglior sito del gruppo”.
A Santa Vittoria oggi si continua a produrre, con volumi persino aumentati a 11,9 a 12,5 milioni di casse per l’anno in corso: un paradosso. Samiolo e Bonato hanno lanciato una proposta: creare un comitato di esperti e rappresentanti territoriali per sviluppare un piano per la riconversione dello stabilimento: “Qui non si parla solo di salvare posti di lavoro, ma di non disperdere la storia di questo luogo. Non basta che arrivi un acquirente a salvare l’ex Cinzano: serve un piano territoriale, che ne valorizzi tutta la ricchezza storica e sociale”, ha detto Samiolo, che ha citato esempi di aziende in cui una mobilitazione territoriale ha evitato a colossi di avere la meglio, come per la birreria Messina in Sicilia.
“La Provincia è vicina alle lavoratrici e ai lavoratori – dichiara Luca Robaldo, Presidente della Provincia di Cuneo – ma è vicina anche alle amministrazioni locali. Una vicinanza che vorremmo tradurre in concretezza, soprattutto in questa settimana decisiva. Siamo vicini ai rappresentanti sindacali, siamo al loro fianco e li sosteniamo con la partecipazione dei consiglieri provinciali ai tavoli regionali”.
Le realtà interessate: 8 fondi e 3 aziende
La logica del profitto contro quella di una ricchezza che va molto oltre. Lo hanno sottolineato anche i sindacalisti pronti a scendere a Roma. Antonio Bastardi (Fai Cisl), Loredana Sasia (Flai Cgil) e Alberto Battaglino (Uila Uil) sono stati chiari: se domani non arriveranno risposte certe sul possibile acquirente, allora si riprenderà con gli scioperi dal giorno seguente. I segnali ora non sono dei migliori: su 11 realtà interessate, 8 sono fondi e 3 aziende, italiane a quanto risulta: “Servono certezze, perché i tempi stringono: il 24 maggio è la data entro la quale va trovato un accordo relativamente al piano sociale. Vanno mantenuti i livelli occupazionali: è questa la nostra priorità e del territorio, che è unito in questa battaglia”.
La ricollocazione
Presente all’incontro anche Stefania Bergia, della fondazione Industriali di Cuneo, realtà entrata nel piano sociale per lavorare sulla ricollocazione dei possibili esuberi, muovendosi per prevenire: “Abbiamo già aziende della provincia interessate, ma l’assenza di date e numeri al momento rendono la questione complessa. Ci auguriamo che, dal tavolo in programma a Roma, arrivino notizie certe. Come fondazione, siamo in prima linea per questi lavoratori”.
Francesca Pinaffo