Dal 14 settembre al 31 ottobre cento eventi in Torino e in tutto il Piemonte
Accoglienza è un cammino condiviso, con gli altri e con Dio. Nella consapevolezza della ricchezza dello scambio e del valore delle persone. Proprio per questo il quarto festival dell’accoglienza in programma a Torino tra il 14 settembre e il 31 ottobre reca il motto “Un cammino da fare insieme”. Uno spunto di riflessione dal messaggio scritto da papa Francesco in occasione della 110ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, prevista per domenica 29 settembre.

L’articolato programma è stato presentato venerdì 13 settembre in una gremitissima sala delle Colonne a Palazzo di Città.
Mons. Repole: «La valenza pedagogica del Festival dell’accoglienza»
«Il festival che parte ora non ha soltanto rilievo sociale, ma una profonda valenza pedagogica» ha considerato monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. «Perché mentre accogliamo chi reputiamo stranieri, riconosciamo che alla fine ogni uomo, per il solo fatto di essere unico e irripetibile, è straniero. E se non rispettiamo questa estraneità, questa alterità, in realtà non accogliamo mai l’altro».
L’accoglienza è alla radice dell’impegno di ogni cristiano. «Incontrare lo straniero è accoglierlo. Per noi ha la valenza mistica di incontrare direttamente Cristo» ha sottolineato Repole. «Niente di meno. E questo ci permette di scoprire che c’è uno straniero in ogni uomo».
Festival dell’accoglienza. La memoria delle persone morte
Al di là del ricco cartellone di appuntamenti, la vera ricchezza del progetto per monsignor Repole sta nella memoria che la città di Torino e ogni spettatore ne tratterrà. «La memoria di tutti coloro che non sono neppure riusciti a diventare stranieri. Inghiottiti dal mare, sotterrati dalla sabbia del deserto, oppure travolti da qualche altra calamità». Per l’arcivescovo è questa la priorità della Chiesa e di tutte le chiese del Piemonte. «Fare in modo che i morti non siano semplici numeri, ma persone. Mogli, mariti, figli, padri e madri. Che rappresentano qualcosa di unico e prezioso per chi li ha amati e ancora li ama».
Sentieri di pace per chi si lascia alle spalle l’incubo della morte
Torino è città ospitale. «Non da oggi accogliamo molti stranieri che provengono da situazioni difficili» ha sottolineato Repole. «Costretti a migrare perché hanno l’incubo della morte davanti ai loro occhi». Ma non basta. «Dobbiamo tracciare sentieri di pace, con gli stranieri e tra di noi».
Accogliere fa e ci fa del bene. Conclude l’arcivescovo: «Perché o una società è fondata sull’accoglienza oppure non è una società».
Lo Russo: «Torino, da sempre città dell’accoglienza»
Torino è e vuole restare capitale dell’accoglienza. Lo ha sottolineato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che ha osservato: «Del resto Torino non sarebbe diventata la metropoli industriale che è se non avesse avuto la capacità nel recente passato di aprirsi a chi, per ragioni di lavoro, aveva lasciato famiglie e affetti al sud. Persone e famiglie che oggi sono perfettamente integrate nel tessuto cittadino». I conflitti tra culture diverse? «Normale che si creino: risolverli tocca alla politica, favorendo il confronto». E di dialogo c’è tanto bisogno in questi tempi di atrocità e sofferenze diffuse.
Durando: «Festival dell’accoglienza come invito alla riconciliazione»

«Il festival si situa in un momento storico drammatico» ha considerato Sergio Durando, direttore della Pastorale Migranti e responsabile del Festival dell’accoglienza. «Ci sono i conflitti in Ucraina e a Gaza, da mesi sotto i riflettori dei media. E poi le guerre che non fanno notizia, in Yemen, Sudan, Siria, Haiti. Abbiamo deciso di parlarne noi, con speciali appuntamenti, non a caso chiamati ‘Esercizi di pace’». Inedito sarà però il punto di vista. «Affrontiamo il tema a partire dalla base, dalle persone che dicono basta alla violenza». Il concerto di apertura del festival, sabato 14 settembre (alle 20,30) nella chiesa della Madonna del Carmine, s’inquadra in questa prospettiva. Ad esibirsi sarà l’orchestra Istituto Magnificat. «Sono sette donne di religioni diverse, che arrivano da Gerusalemme e che suonano insieme nel segno della riconciliazione».
Gli appuntamenti centrali del festival dell’accoglienza. Pace, memoria e convivenza
Giovedì 3 ottobre altro incontro centrale: la Giornata della memoria e dell’accoglienza. Una luce contro l’indifferenza. Spiega Durando: «In tante piazze del Piemonte accenderemo un cero, contro il buio e il silenzio. Per ricordare che le vittime dei naufragi non sono numeri che passano tra una edizione e l’altra dei tg. Ma persone, con una storia, una famiglia, dei sogni. E con un futuro stroncato».
Martedì 8 ottobre (17,30 – 19.30) alla biblioteca Calvino, nell’incontro Una profezia della pace al femminile si parlerà di Medio Oriente. E questa volta dal punto di osservazione delle mogli e delle madri. “Sarà un’occasione unica per riflettere sul ruolo delle donne nell’artigianato della pace – ha considerato Durando – Esponenti di collettivi femminili illustreranno il loro lavoro in un momento storico in cui la guerra si riaffaccia con forza inaudita”.

Venerdì 25 ottobre, (17 – 23, Giardino della magnolia, via S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, 24) tornerà alla ribalta l’International students gathering: festa di benvenuto degli studenti internazionali. “L’happening in sé è alla sua seconda edizione – ha precisato Durando – Lo scorso anno aveva già registrato 400 presenze. Ma questa volta faremo di più. Interverrà l’Associazione Rondine di Arezzo. Che ci illustrerà il suo progetto di convivenza e coabitazione, destinato a giovani in arrivo da paesi in conflitto”.
Pierpaolo Felicolo: “Camminare insieme verso il Signore”
Un festival, quello dell’accoglienza, che cresce e sa lasciare la sua impronta. «Tengo a sottolineare in particolare la pregnanza del motto di quest’anno» ha osservato Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione migrantes. Un cammino da fare insieme’. Un riferimento agli scritti di papa Francesco, ma anche al cardinale Michele Pellegrino e alla sua lettera pastorale del ’71, la Camminare insieme. Un documento che conserva intatta la sua forza provocatoria. E l’energia dell’invito a metterci in movimento insieme e a camminare verso il Signore”. Come segno concreto del suo impegno sul territorio, Fondazione migrantes pubblicherà a metà ottobre i risultati di sue tre ricerche legate agli stranieri a Torino. Le indagini si focalizzano su istruzione, vita spirituale dei migranti e cittadinanza economica.
Annapaola Venezia: «Welfare e progetti casa per gli stranieri a Torino»
L’accoglienza a Torino si declina fin da oggi in servizi concreti a favore delle famiglie migranti. Lo ha puntualizzato Annapaola Venezia, segretario generale ad interim di Fondazione CRT. «Il nostro ente ad esempio è molto attivo sul fronte del welfare, con specifici progetti per dare un tetto a chi non ce l’ha».
Festival dell’Accoglienza. 45 giorni di incontri a Torino e nell’hinterland. Trasferte a Trieste e a Modena
Organizzata dalla pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’Associazione generazioni migranti in collaborazione con l’Opera Barolo e la Fondazione migrantes, l’iniziativa ha il patrocinio della Città di Torino e il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. In 45 giorni di incontri Torino e 14 comuni limitrofi faranno da sfondo a cento eventi suddivisi in sette sezioni (dibattiti, teatro, musica, laboratori, cinema, mostre, spiritualità). E per concludere ci sarà anche una trasferta a Trieste, già sede della Settimana sociale dei cattolici, e a Modena, per il gemellaggio con il Festival della Migrazione. Il tutto con il coinvolgimento di 95 organizzazioni e di cinque media partner: Avvenire, Voce E Tempo, Altreconomia, Radio linea 4, Agd notizie.
Festival dell’accoglienza. Il programma
Ad Asti il Festival dei popoli

Per gli stranieri in Piemonte la festa è doppia. In fecondo intreccio con il Festival dell’accoglienza, è ai nastri di partenza anche il Festival dei popoli. È in programma ad Asti tra il 21 settembre e il 6 ottobre. Il tema “Accogliere sogni e seminare giustizia” mira ad approfondire il messaggio di Papa Francesco per la 110ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Due i filoni di analisi: l’accoglienza delle persone migranti e il contrasto alle forme di ingiustizia che spesso le vedono vittime. In particolare il fenomeno del caporalato. Non mancheranno momenti più festosi, come il Corteo dei Popoli, coloratissima parata all’insegna della multiculturalità.
Paola Cappa – Agd notizie