Carissimi fratelli e sorelle, carissimi sacerdoti e diaconi,
siamo avvolti dalla luce di Cristo risorto che stiamo celebrando in questa ottava di Pasqua e la nostra presenza vuole testimoniare nella fede la nostra gioia che non ci sarà tolta ma che è arricchita dalla certezza che Papa Francesco vi partecipa pienamente.
In questi giorni tutti noi abbiamo rivisitato i ricordi personali e di tutta l’umanità in merito alla presenza e agli insegnamenti magisteriali del Papa defunto in questi 12 anni e oltre di ministero petrino.
Questa sera siamo qui per pregare e per affidare il Santo Padre alla misericordia divina, all’abbraccio paterno di cui lui ci ha parlato infinite volte.
All’alba del Lunedì dell’Angelo Papa Francesco ha vissuto la sua Pasqua di resurrezione, è passato da questa vita alla casa del Padre, è nato al cielo per ricevere quella corona di gloria che non le sarà mai più tolta.
Il suo magistero infaticabile è stato vissuto da discepolo-missionario, come amava dire. È rimasto discepolo del Signore, fedele al suo Battesimo e alla sua consacrazione nel ministero episcopale, fino alla fine, facendosi obbediente solo a Cristo Gesù e al suo vangelo.
È stato anche missionario, annunciando il Vangelo “a tutti, a tutti, a tutti”, come ebbe a dire ai giovani a Lisbona.
Gli atti degli Apostoli ci presentano Pietro che con forza esclama: “Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni ”
quante volte con lo stesso coraggio Papa Francesco ha urlato al mondo intero quest’annuncio di salvezza, lui il vescovo di Roma e successore di Pietro.
Ogni comunicazione, anche quella del vangelo, ha bisogno di un vocabolario, di parole nuove che rendano più comprensibile la lieta notizia.
Misericordia, pace, fratellanza, Chiesa in uscita, scarto, discepoli-missionari, odore delle pecore, ospedale da campo e tante altre.
Ognuna di queste parole ci riporta al vangelo vissuto e testimoniato da Papa Francesco con un linguaggio nuovo capace di farsi comprendere dal popolo di Dio.
Questo vocabolario ci riecheggia nelle orecchie e nel cuore come il testamento di un Padre ai suoi figli. Parole nuove che annunciano lo stesso vangelo di sempre.
Anche noi come gli apostoli radunati siamo sconvolti e pieni di paura nel vedere Gesù risorto che dice: “Pace a voi!”, crediamo sia un fantasma, ma Gesù insiste e mangia con loro, si fa riconoscere e li invia:
”…e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni”.
Papa Francesco ha vinto la paura, ha avuto fede e ha testimoniato, anche di fronte ai potenti di questo mondo, il vangelo dei poveri, senza remore e senza compromessi.
Guardando a lui, alla sua vita di Pastore della Chiesa universale anche noi vogliamo farci testimoni coraggiosi del Vangelo di Gesù, accogliendo il suo esempio di vita.
La devozione a Maria l’ha testimoniata in tutta la sua vita, recandosi moltissime volte a S. Maria Maggiore, luogo della sua sepoltura, e in tantissimi santuari mariani sparsi nel mondo.
Sappiamo che nel cenacolo con gli Apostoli vi era anche Maria, la madre di Gesù, e a Lei che affidiamo Papa Francesco, affinchè lo presenti al Figlio Gesù per la gloria eterna, riservata ai servi buoni e fedeli.
Vorrei che l’ultimo pensiero fosse Papa Francesco a donarcelo sul tema della morte che ho avuto fra le mani in questi giorni e che vorrei offrire a tutti voi come segno di una fede profonda, vissuta e annunziata:
“Grazie alla fede in Cristo e allo Spirito Santo, il cristiano accede alla dignità di figlio di Dio. Questa comunione di vita con Dio in Cristo è già la vita eterna presente in lui, è quindi suo compito conservare e sviluppare questo dono che gli è stato affidato, fino alla fine.
Se egli persevera fedelmente fino alla morte sa di poter contare su questa chiara promessa di Cristo: ” è volontà del Padre mio che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno…Chi crede ha la vita eterna”
La morte fisica muta soltanto la condizione dell’esistenza: l’unione con Cristo non si spezza, ma anzi apparirà in tutta la sua luce: dal regno delle cose terrene e fuggevoli si passa a quello spirituale ed eterno della vita con Dio”.
Amen.