Omelia in occasione del X° Anniversario dalla morte del Cav. Michele Ferrero

14-02-2025

Carissimi fratelli e sorelle,

oggi la Chiesa ci invita a celebrare la festa dei Santi Cirillo e Metodio, i “dottori dei popoli slavi”, uomini di fede e di cultura che hanno dedicato la loro vita alla diffusione del Vangelo e alla promozione della lingua slava. La loro missione, iniziata nel IX secolo, è un esempio luminoso di come la fede e la cultura possano intrecciarsi per dare vita a una comunità di credenti.

Le parole degli atti degli Apostoli: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra” e quelle del Vangelo “il Signore li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” bene si addicono a questi due santi che hanno saputo farsi annunciatori del vangelo a nuovi popoli nel rispetto della loro cultura, divenendo così “un modello vivo per la Chiesa e per i missionari di tutti tempi” come ebbe a scrivere San Giovanni Paolo II, nella Slavorum Apostoli al n. 7, proclamandoli Patroni d’Europa.

Cirillo monaco e suo fratello Metodio vescovo non erano solo missionari, ma anche uomini di grande intelligenza e creatività. La loro invenzione dell’alfabeto glagolitico ha permesso ai popoli slavi di accedere alla Scrittura e alla Liturgia nella propria lingua. Questo gesto di amore e rispetto per la cultura locale ha aperto la strada a una maggiore comprensione del messaggio cristiano e ha rafforzato l’identità di quei popoli. La loro visione ci insegna che la fede deve essere incarnata nella cultura di ogni popolo, affinché possa essere compresa e vissuta in modo autentico.

Oggi, mentre ricordiamo il loro operato, siamo chiamati a riflettere su come possiamo, noi stessi, essere portatori della Parola di Dio nel nostro contesto. In un mondo che spesso sembra diviso e frammentato, abbiamo il compito di essere strumenti di unità e di pace. Dobbiamo imparare da Cirillo e Metodio l’importanza del dialogo e della comprensione reciproca, affinché la nostra testimonianza cristiana possa raggiungere il cuore di tutti, senza barriere linguistiche o culturali.

In questo momento, possiamo anche contemplare la loro dedizione e il loro coraggio. Nonostante le difficoltà e le resistenze che hanno incontrato, non si sono mai arresi, ma hanno continuato a diffondere il messaggio di Cristo con amore e determinazione. Siamo chiamati a fare altrettanto, a non lasciarci scoraggiare dalle sfide che ci troviamo ad affrontare nella nostra vita di fede.

Chiediamo l’intercessione di Cirillo e Metodio affinché possiamo essere ispirati dal loro esempio. Possano ancora guidarci nell’evangelizzazione del nostro tempo, aiutandoci a trovare nuovi modi per comunicare il Vangelo e servire i nostri fratelli e sorelle in Cristo.

Questa sera siamo qui per ricordare il Sig. Michele Ferrero nel decimo anniversario dal suo ritorno alla casa del Padre.

In questo momento di preghiera e di suffragio per la sua anima vogliamo esprimere la nostra gratitudine al Signore per quanto è stato per tutti noi e per la sua famiglia in vita.

Un uomo giusto capace di realizzare, con la sua creatività, quei principi di un’impresa sociale che mette la persona e i suoi bisogni al centro prima del profitto ad ogni costo.

La nostra città di Alba e il territorio dell’albese non sarebbero quello che sono oggi senza la sua capacità imprenditoriale attenta all’uomo e al territorio.

Lo stesso motto della Fondazione Ferrero “Lavorare, Creare, Donare” dice una filosofia che porta ad una attenzione alla persona in tutte le fasi della sua vita, compresa quella della pensione, attraverso attività culturali e aggregative di ogni tipo.

L’impronta di una vita, come quella del Sig. Michele, spesa per gli altri è evidente in tante realtà e opere di cui tutti noi siamo testimoni e di cui sentiamo il dovere di dire grazie.

Il Sig. Michele era anche un uomo di fede, non bigotta e ostentata, ma umile e profonda che si esprimeva anche nella devozione alla Vergine Maria di Lourdes.

Una fede che certamente lo ha sostenuto e ispirato in tante scelte della sua vita personale, famigliare e di imprenditore, avendo sempre attenzione e cura di chi era nel bisogno.

Affidiamo a Dio la sua anima perché il Signore risorto lo custodisca nel suo Regno di pace e di amore. Amen.