Omelia in occasione della Solennità dei Ss. Pietro e Paolo Apostoli

29-06-2025

Carissimi questa sera siamo raccolti in Cattedrale per ringraziare e lodare il Signore per il cammino fatto in questi due anni nella Visita Pastorale a tutta la diocesi e in particolare alla vicaria di Alba in questi ultimi due mesi.

Inoltre siamo grati al Signore per il recente pellegrinaggio giubilare a Roma che ha visto un gran numero di fedeli della nostra diocesi a pregare sulla tomba degli Apostoli Pietro e Paolo, a varcare le quattro porte sante delle Basiliche romane e a incontrare il Papa Leone nell’udienza generale in una sorta di “redditio fidei”.

Tutto ciò lo riviviamo questa sera nella solennità di San Pietro e San Paolo che celebra due autentici pilastri della Chiesa e araldi coraggiosi del Vangelo, i quali, provenendo da percorsi diversi, si sono riuniti nell’unica Chiesa di Cristo e subirono il martirio nella Città Eterna.

Il Vangelo presenta la confessione di Pietro a Cesarea di Filippi, ove Simone figlio di Giovanni riconobbe in Gesù il Figlio di Dio e parimenti l’affidamento della Chiesa da parte di Gesù alla custodia premurosa di Pietro, su cui Gesù stesso fondò la sua Chiesa.

Simone fu chiamato da Gesù mentre riassettava le reti sulle rive del mare di Galilea. Era un semplice pescatore che svolgeva il suo lavoro, talora molto pesante.

Non appena Gesù lo chiamò a diventare pescatore di uomini e non di pesci, “subito lasciate le reti, lo seguì”. Fu il primo tra gli apostoli di Gesù a proclamare: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Non fu il pescatore di Galilea a proclamare di sua iniziativa questa verità, ma fu lo Spirito Santo che, illuminandolo, gli fece pronunciare quelle parole. E Gesù lo sottolineò: «Né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli».

La fede professata da Simone costituì il fondamento della Chiesa. Gesù, infatti, scelse Pietro come il punto di riferimento per la fede e la vita religiosa dei suoi discepoli. “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. L’icona della pietra è una immagine utilizzata sia per indicare saldezza e stabilità sia per suggerire l’idea dell’edificio.

A Pietro affida il compito di essere segno visibile di unità nella fede e nella carità e il mandato di confermare i fratelli nella fede.

 

L’impronta di Pietro ha dato alla Chiesa di Roma il ruolo di essere riferimento per tutte le altre Chiese, garanzia di autenticità e di unità cattolica della fede e della vita di tutti i cristiani. Pietro è testimone, fondamento e pietra ferma e forte della fede di tutti i credenti: è la roccia su cui Gesù edificò la sua Chiesa, il fondamento dell’unità nella comunità di fede dei credenti.

 

Accanto alla figura di Pietro si staglia quella altrettanto gigantesca di Paolo che per amore di Gesù, il Signore, e per la sua causa ha affrontato ogni sorta di disagio: persecuzioni, percosse, lapidazioni, naufragi, pericoli da ogni parte, digiuni, freddo.

 

La Chiesa unisce oggi “in gioiosa fraternità i due santi apostoli: Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, Paolo, che illuminò le profondità del mistero; il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele, il maestro e dottore, che annunziò la salvezza”.

Scrisse sant’Agostino: “Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, tuttavia, erano una cosa sola in Cristo”.

Paolo non fu discepolo di Gesù, non l’aveva né ascoltato parlare né visto compiere guarigioni, ma il suo ministero instancabile ebbe inizio con l’incontro con il Signore risorto sulla via di Damasco. Il Vangelo predicato da Anania gli aprì il cuore e gli occhi. Da quel primo incontro iniziò una vita nuova a totale servizio dell’annuncio del Vangelo. Paolo predicò, prima agli ebrei e poi ai pagani, fondando molte comunità.

 

La festa degli Apostoli Pietro e Paolo è insieme una grata memoria dei grandi testimoni di Gesù Cristo e una solenne confessione in favore della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. La Chiesa da sempre li ha voluti ricordare assieme, quasi a voler comporre in unità la loro testimonianza.

San Pietro e san Paolo, con le loro diverse ricchezze, con il loro personale carisma, hanno edificato un’unica Chiesa.

C’è una provocazione anche per noi nel brano di vangelo.
La domanda di Gesù arriva oggi fino a me: “Tu chi dici che io sia?”.
Come a dire:

Cosa pensi di me?
In che rapporto stai con me?
Per te io chi sono?
Che senso ha la mia presenza nella tua vita?
Cosa immetto nella tua vita?

Queste domande devono arrivare ai nostri orecchi con la stessa forza e passione con cui uscirono dalle labbra del Maestro, deve ferire, deve aprire un varco nelle nostre piccole sicurezze, provocare un ripensamento della fede e suscitare la conversione.

Ma sono domande alle quali siamo chiamati a rispondere personalmente con la vita. Non possiamo più rifugiarci dietro ad opinioni di altri. Gesù vuole la nostra risposta personale. La Sua domanda esigente ci scuote, ci assedia perché possiamo liberare il nostro cuore dalle ombre che ci impediscono di esprimere dal profondo una consapevolezza di intima e personale relazione con Lui. Dobbiamo prendere posizione personalmente nei suoi confronti.

Se siamo cristiani dobbiamo impegnarci sempre più a conoscere e amare Cristo Gesù e in pari tempo portarne l’insegnamento sulle strade degli uomini e della storia e a testimoniarlo con coerenza, audacia e coraggio. Come gli apostoli Pietro e Paolo tutti i battezzati sono chiamati alla testimonianza. Per questo come Pietro e Paolo siamo chiamati a vivere un rapporto di amore con Cristo.

 

In questo giorno un ricordo speciale è dedicato a Papa Leone, successore del Beato Pietro, Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa Universale per il suo ministero petrino e per tutte le sue intenzioni.

 

O Dio, che allieti la tua Chiesa
con la solennità dei santi Pietro e Paolo,
fa’ che la tua Chiesa segua sempre
l’insegnamento degli apostoli
dai quali ha ricevuto il primo annunzio della fede.